"Dal mio posto, qua in basso, scorgo una strana processione: accompagnate da un canto ammaliante, donne tremende avanzano con passo solenne e minaccioso"
Sotto il caldo sole di giugno tremo, vedendo avanzare la falce pronta a recidermi.
Muoio e rinasco in nuova forma: stipata in un cupo magazzino, balletta di fieno. Non vedo più l’azzurro del cielo. Sono riserva di cibo, destinata alle avide bocche di ruminanti insaziabili. L’unica prospettiva rimastami è essere divorata e digerita.
Per mano di un uomo barbuto sono posta su un terreno argilloso. Non so quale destino mi attende, ma mi consola tornare a rivedere il cielo, il sole, la luna, le stelle. Certamente si farà di me un uso insolito… d’altronde, qui nulla sembra normale. Una folla di donne e uomini con bianche vesti sembra in preda a uno sfrenato entusiasmo. Corpi sinuosi disegnano, intrecciandosi fra loro, strane geometrie, lamenti sommessi, grida di gioia, insensata letizia. Dal mio posto, qua in basso, scorgo una strana processione: accompagnate da un canto ammaliante, donne tremende avanzano con passo solenne e minaccioso, innalzando un capro espiatorio da immolare sull’altare del proprio ego. Sacrificio cruento, ma meno doloroso del sacrificio di sé.
Da un’altura un profeta predica la sua fallace dottrina, fatta di precetti e divieti, che non insegna l’amore. Ma è accerchiato, sopraffatto e quasi divorato da un gruppo di uomini agguerriti.
Una donna è scossa da nausea e conati di vomito, forse a causa di un dolore dell’anima che si fa strada per uscire. E là, in fondo, due streghe confabulanti al chiaro di luna che, con l’intento di plasmare il perfetto re, rimestano con i loro bastoni l’argilla alla quale aggiungono un pizzico di ignoranza delle leggi, di avversione per il bene pubblico e per la cultura, un ego smisurato, una smodata propensione al piacere.
Non comprendo bene il senso di ciò che accade intorno a me. A volte mi sembra che si sia diffusa una follia contagiosa. Ma cercare spiegazioni non è il mio compito. Io sono solo una balletta di fieno, un tempo erba verde e presto destinata a disgregarsi in nulla.